Dal 6 al 10 di Marzo a New Orleans in Louisiana si è svolto il meeting annuale della AAOSS (American Academy of Orthopaedic Surgeons). Si è parlato di molti t emi tra i quali l'utilizzo di cellule staminali nel trattamento dell'artrosi. Ciò che è emerso è che sebbene questi trattamenti siano meritevoli di proseguire per ulteriori approfondimenti, attualmente, le aspettative delle persone hanno superato la scienza. Di fatto la qualità della letteratura riguardo al tema è relativamente scarsa. In una recente revisione sistematica dei trattamenti con cellule staminali per artrosi del ginocchio e difetti focali della cartilagine, sono stati individuati solo quattro studi randomizzati controllati e due studi controllati ben progettati senza randomizzazione. Gli altri 420 studi che hanno identificato non erano scientificamente ben progettati. Sebbene i risultati delle sei prove fossero positivi, l'effetto placebo non poteva essere scontato, conclude l'articolo (J Bone Joint Surg Am. 2016;98:1511-1521). Ecco dunque la forte discrepanza tra il mercato che spinge per l'utilizzo di queste tecniche "rigenerative" e l'attuale veridicità scientifica. La sanità, così come molti altri settori, è sempre più competitiva e questo ha portato inevitabilmente alla pubblicizzazione di trattamenti “rivoluzionari” o “definitivi”. La protesica, sia essa di anca o ginocchio, ne è un esempio lampante. Spesso, con questo atteggiamento, creiamo aspettative non realistiche nei confronti dei pazienti. Il Dr. Dalzell, della Shore Orthopedic University Associates di Somers Point ha affermato in un recente articolo: "Abbiamo tutti i pazienti che dopo un intervento tornano e giocano a basket e sciano, e corridori che hanno stabilito dei record. Quelli sono quelli che ci piace pubblicizzare.” Gestire le aspettative dei pazienti può essere uno degli aspetti più impegnativi nella protesica. Alcuni pazienti si aspettano di riprendere allenamenti ad alta intensità o attività sportive subito dopo l'intervento chirurgico e, mentre alcuni lo fanno, molti altri devono passare a esercizi a basso impatto che sono più tollerabili sulle loro articolazioni. In alcuni casi, soprattutto in pazienti abituali a percorrere lunghe distanze di corsa oppure giocatori di tennis, pallacanestro etc è necessario spiegare che forse sarebbe meglio passare a sport meno traumatici come il ciclismo, il nuoto o il power walking; e anche se non è sempre facile avere queste conversazioni con i pazienti, il tempismo delle prospettive post-chirurgiche è importante. "A volte in medicina, come in altre campi dove c'è competizione, stai quasi facendo un disservizio cercando di spingere i pazienti verso quei tipi di esercizi ad alto impatto", dice Dalzell. "C'è un gruppo che pubblicizza due fratelli che giocano a basket l'uno contro l'altro, correndo su e giù per il campo. Succede, ma probabilmente non è la regola..." Come con tutte le procedure chirurgiche più importanti, la “fotografia” pre-operatoria svolge un ruolo importante nelle aspettative post-operatorie. Pazienti più anziani possono aver già sviluppato un' artrosi significativa con un contesto muscolo-tendineo che può causare dolore persistente o disagio dopo l'intervento chirurgico di sostituzione dell'articolazione. Inoltre non dobbiamo dimenticare che le protesi, in particolar modo alcune loro componenti, vanno incontro, nel tempo, ad usura. Tanto più una protesi viene “stressata” tanto prima potrà andare incontro alle problematiche legate al suo logorio. Così alcuni impianti possono necessitare di revisione già dopo pochi anni mentre altri superano i 25 anni di durata. Il conflitto femoro-acetabolare (FAI) è una condizione in cui le ossa che formano l'articolazione dell'anca cioè il femore e l'acetabolo (una parte del bacino) subiscono una deformazione producendo osso sovrabbondante producendo una forma irregolare. Perdendo la forma regolare, sfregano l'una contro l'altra durante il movimento. Nel tempo questa frizione può danneggiare l'articolazione, causando dolore e attività limitante. Anatomia L’articolazione dell’anca (o coxo-femorale) è una tipica enartrosi (articolazione mobile -diartrosi-, le cui superfici articolari sono costituite da una forma sferica o semisferica e da una concavità a sua volta sferica concava) che unisce il femore all’osso dell’anca. L’osso dell’anca vi concorre con una cavità articolare quasi emisferica, l’acetabolo, e il femore con la testa femorale che rappresenta circa i 2/3 di una sfera piena di 4 o 5 cm di diametro. La cartilagine articolare copre la superficie articolare sia del femore che dell'acetabolo creando una superficie liscia e a basso attrito che aiuta le ossa a muoversi facilmente l'una sull'altra durante il movimento. L'acetabolo è circondato da una forte fibrocartilagine chiamata labrum o labro glenoideo. Il labrum forma una guarnizione attorno all'acetabolo contribuendo a fornire stabilità all'articolazione. Descrizione Nel FAI, la crescita eccessiva dell'osso si sviluppa attorno alla testa del femore e/o all'acetabolo. Questo dismorfismo causa un contatto anormale tra le ossa dell'anca e impedisce loro di muoversi agevolmente durante l'attività. Con il passare del tempo, questo può causare lesioni al labbro glenoideo e rottura della cartilagine articolare conducendo all'osteoartrosi. Quali sono i tipi di conflitto? Se ne distinguono due tipologie fondamentali (vedi fig.1): Il conflitto può dipendere da una deformità tipo pincer (che in inglese vuol dire pinza o tenaglia) quando l’acetabolo ha una forma tale da stringere come una pinza la testa femorale, diminuendo l’escursione. Questa forma colpisce prevalentemente le donne. Il conflitto può dipendere da una deformità tipo cam (che in inglese vuol dire camma) che si verifica quando la testa femorale non è perfettamente sferica. Ciò comporta che durante il movimento la parte eccentrica entra in conflitto con il bordo acetabolare. Questa forma è tipica degli uomini. Nella maggior parte dei casi tali deformità coesistono determinando una lesione di tipo mista. Quali sono i meccanismi che innescano il conflitto? In sintesi possono essere:
Quali sono i sintomi? I sintomi più comuni di FAI includono:
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